Il mercato immobiliare

Nel corso del 2012 il mercato immobiliare ha confermato la profonda situazione di crisi in cui si trova da tempo. Le deboli aspettative di ripresa sono state smentite da un nuovo tracollo che ha determinato un calo di circa il 27% del fatturato del settore (secondo le stime di Federimmobiliare, Rapporto sull’Industria Immobiliare 2013).
A pesare sull’andamento del mercato immobiliare hanno contribuito un insieme di fattori congiunti e correlati tra loro (crisi finanziaria, fragilità delle imprese, aumento disoccupazione, riduzione della capacità di risparmio delle famiglie, mancanza di liquidità dovuta alla stretta creditizia, assenza degli investitori stranieri e istituzionali, effetto depressivo delle politiche fiscali sulla casa) che, in un contesto già critico, hanno avuto un’inevitabile ripercussione negativa sia sui volumi di scambio che sui prezzi di vendita e dei contratti di locazione.
Nel 2012 la quantità delle compravendite è calata di circa il 22% nel settore residenziale, e si è verificata una drastica contrazione dei volumi degli investimenti immobiliari corporate (da 4,3 miliardi di euro del2011 a 1,2 miliardi di euro nel 2012). Anche i tempi di locazione e di vendita si sono allungati raggiungendo quasi ovunque livelli mai registrati (riferendosi alla vendita: 7,7 mesi per il residenziale, 8,7 mesi per i negozi e 9,5 mesi per gli uffici),  obbligando gli operatori ad una continua revisione delle strategie di prezzo e degli sconti applicati.


Il 2012 è stato inoltre caratterizzato da un ulteriore irrigidimento delle condizioni di accesso al mercato del credito che ha contribuito a rallentare ancor di più le dinamiche del settore immobiliare, con tassi di crescita negativi in tutti i comparti, un generalizzato calo delle transazioni e un allungamento delle tempistiche per l’ottenimento di finanziamenti per lo sviluppo di nuovi progetti e per le rimodulazioni dei finanziamenti in scadenza.

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